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Black Friday Vibes: Affari, Storia, e il Fascino dell'Opportunità

Questa è stata la settimana che in molti attendono con trepidazione e da cui molti altri restano assai delusi, la settimana del Black Friday.


Prima di arrivare a parlare proprio del venerdì nero facciamo un passo indietro, la ricorrenza è collegata al giorno del ringraziamento statunitense il thanksgiving day che si festeggia il quarto giovedì di ottobre e affonda la sua tradizione nella religione protestante dei padri pellegrini.


I padri pellegrini furono un gruppo di puritani inglesi salpati nel 1620 dal porto di Plymouth (in Inghilterra) con la celeberrima Mayflower con l’obiettivo di raggiungere la colonia di Plymouth (non è un errore di battitura si tratta proprio di omonimia ma questa volta ci troviamo in Massachusetts) con l’obiettivo di scampare a delle persecuzioni politico religiose.

Nel dipinto è rappresentata la partenza dal porto di Plymouth

La traversata durò due mese e fu come potete immaginare durissima, flagellati dalle malattie tipiche dei lunghi viaggi in mare come lo scorbuto e ammassati in uno spazio ristretto, ma nonostante ciò il piccolo gruppo di 102 persone perse solo due passeggeri. Le vere difficoltà vennero trovate nel primo anno di permanenza sulla costa americana, la colonia si dimezzo per gli stenti e il rigido inverno, l’anno successivo però i 53 pellegrini rimasti riuscirono a consolidare la loro presenza e a stringere un trattato con una tribù indigena governata da Massasoit della tribù dei Wampanoag (la tribù di Pocahontas per intenderci) e nell’ottobre del 1621 le cose erano migliorate tant’è che decisero di festeggiare l’ampio raccolto di mais con tre giorni di feste: era nata la festa del ringraziamento.

Le vicende raccontate anche nel film Disney non si svolgono a Plymouth ma a Jamestown in Virginia, la prima colonia inglese fondata nel 1607

Nei secoli la festa si è consolidata (nonostante, almeno nei primi anni dopo l’indipendenza dal Regno Unito, la si considerasse una festività coloniale) divenendo una delle celebrazioni più sentite della nazione. Le tradizioni che sono arrivate fino a noi sono essenzialmente tre:


La prima riguarda sicuramente il cibo, il giorno del ringraziamento è per tutti il classico (per gli americani) tacchino ripieno, ne vengono consumati oltre 40 milioni in tutto il Paese e tra le bizzarrie della tradizione vi è che un paio di giorni prima il presidente in persona conceda la “grazia” a due tacchini che gli sono stati donati (dimostrando la riconoscenza verso il Paese) che ricevono un trattamento deluxe: una settimana in una suite a Washington e un volo in prima classe che li porterà a Los Angeles dove si tiene la parata National Thanksgiving Turkey Presentation.

Anche il presidente Biden non si è sottratto alla grazia. I tacchini di quest’anno si chiamano Liberty e Bell, un chiaro riferimento alla campana di Philadelfia simbolo di indipendenza e lotta per la libertà (e contro la schiavitù)

La seconda tradizione riguarda il football, ci si ritrova nel salotto a guardare le partite (solo negli ultimi 20 anni sono aumentate a tre) della NFL (gli ascolti sono la metà di quelli del superbowl ma sono comunque superiori ad eventi ben più importanti, come ad esempio l’insediamento del presidente). La tradizione nasce da fine ‘800 con incontri tra squadre universitarie, il format che è arrivato a noi è più recente ed è relativo agli albori della lega professionistica, il 1934 tra i Detroit Lions e i Chicago Bears (la curiosità è che i Lions, ossia i veri organizzatori di quella prima partita, giocano tutti gli anni nella prima partita del thanksgiving, quest’anno ad esempio contro i Green Bay Packers).

L’ultima volta che si sono scontrate in questa data è stato nel 2021 in quell’occasione vinsero i Bears 16 a 14. Si sono affrontate 19 volte e 11 volte ha vinto Chicago

L’ultima tradizione e probabilmente quella più importante (in quanto mutuata da tutto il mondo) è appunto il Black Friday, evento di sconti e che apre la strada verso gli acquisti di natale. Le origini del nome sono incerte: c’è chi crede che si debba al passaggio nelle scritture contabili dei negozi dal rosso (della cassa negativa) al nero (degli affari), oppure dalla congestione di traffico e persone dovuta alle folle impazzite durante gli acquisti.

Anche quest’anno la tradizione sembra reggere e per l’anno in corso è previsto un aumento della spesa a livello mondiale del 7% (complice anche l’inflazione) portando il fatturato globale della festività a un miliardo di dollari di acquisti. Il 70% dei consumatori si dice disposto ad acquistare, magari anticipando gli acquisti di natale approfittando degli sconti.

Questi sono gli Italiani che dichiarano che probabilmente acquisteranno o che sicuramente acquisteranno durante il black friday, naturalmente i dati consuntivi sono sempre inferiori

Naturalmente un evento di questa rilevanza ha rilevanti impatti ambientali. Si stima che solo in Europa gli acquisti collegati alla settimana del Black Friday avranno un impatto sull’ambiente pari a 600 mila tonnellate di emissioni di CO2 circa il 94% di una settimana media. L’impatto è alto sia per gli acquisti fatti in fisico che quelli on Line, quindi sarebbe meglio soppesare correttamente gli acquisti da fare, evitando quelli di impulso dettati magari dal forte sconto e anche quelli di elettronica (che sono i veri protagonisti delle vendite) che sono gravati da un ciclo di obsolescenza sempre più breve.

Da segnalare che sta aumentando la sensibilità verso un consumo maggiormente consapevole

A rendere così popolare, non solo negli Stati Uniti, la ricorrenza vi è stato senza dubbio l’utilizzo delle nuove tecnologie e dei nuovi (relativamente) canali di vendita: l’on line, che trovano (per lo meno nei Paesi occidentali) in Amazon il principale player. L’azienda di Seattle ha quindi contribuito ad esportare nel mondo la consuetudine americana di fare acquisti (o di svuotare i magazzini, dipende come la si vede) il giorno successivo a quello del ringraziamento.

Il dominio di Amazon nel e commerce si avvicina al monopolio

Proprio Amazon gode da sempre di una forte spinta nei ricavi proprio nel q4 dell’anno (oltre al Black Friday dobbiamo aggiungere il Cyber Monday, una maniera per allungare il primo, e naturalmente gli acquisti del periodo natalizio).

Una fonte così forte di reddito aziendale (e di pubblicità planetaria) farebbe quindi pensare che anche a livello finanziario il ritorno per l’azienda sia sostanzioso e possa essere una proficua opportunità per un posizionamento tattico.

L’evidenza empirica non ci dice questo, se prendiamo gli ultimi 11 anni, considerando il periodo che va nei 10 giorni precedenti il BF fino al periodo natalizio, non si nota una sovraperformance dell’azienda, anzi, pare più performante l’indice generale S&P500 (e parliamo di Amazon, uno dei 7 titoli che tirano il mercato e che negli ultimi 10 anni ha fatto meglio del mercato americano 770% vs 120%).

La crescita di Amazon è stata incredibile

Ma anche se volessimo abbandonare il singolo titolo e comprendere un paniere di titoli retail e che si rivolgono al consumo ossia S&P retail index (composto al’80% da consumi discrezionali e al 20% da consumi primari, questo indice performa peggio rispetto all’S&P 500 in generale), abbiamo dati migliori ma sempre peggiori rispetto alle performance del mercato generale. Ciò che invece si nota è un aumento della volatilità su questi titoli (anche sul titolo Amazon) probabilmente dettato da capitali retail che affluiscono su queste società proprio perchè viene ad applicarsi questo ragionamento falsamente razionale.


Come sempre vale la regola che in finanza non si può prevedere cosa succede in un periodo di tempo troppo ristretto, chi dice il contrario mente sapendo di mentire oppure è uno sprovveduto. Quello che però ci può lasciare il Black Friday è il concetto di acquisto quando i prezzi sono a sconto e quindi sono da ritenersi oggettivamente convenienti, in finanza la cosa si traduce scegliendo (o incrementando) quelle aziende che stanno attraversando dei momenti delicati sui mercati, ma che hanno solide basi fondamentali offrendo opportunità di investimento, e restando in tema Black Friday vi rientrano sicuramente: Amazon che rispetto ai massimi storici del 2021 si trova scontata del 28% ma attenzione che il livello p/e la definisce ancora cara; meglio fa la sua controparte cinese Alibaba che però soffre delle vicende politiche (e degli umori) che la riguardano;  chiudo con l’azienda leader delle transazioni on Line ossia Paypal che rispetto ai massimi è scontata di oltre 4,5 volte, in questo caso le attenzioni sono da prestare alla frenata dei consumi mondiali in conseguenza dell’aumento tassi e di una ipotetica futura recessione.


Resto sempre dell’avviso che la diversificazione del portafoglio possa salvare in scenari avversi rispetto a quello che andiamo ad ipotizzare.

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