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BTP Più: Ottimo investimento o illusione di sicurezza?

Lunedì prossimo arriva il nuovo BTP Più, un’ennesima emissione dedicata ai piccoli risparmiatori. Ogni volta che lo Stato lancia un BTP retail, sembra che abbia trovato la soluzione perfetta per gli investitori italiani: sicuro, redditizio, tassazione agevolata.


Ma siamo sicuri che sia davvero così?


Investire in BTP può essere un’ottima scelta, a patto di sapere cosa si sta facendo. Il problema è che, per un popolo cresciuto finanziariamente a suon di buoni postali e titoli di Stato, i BTP sembrano strumenti semplici e privi di insidie. Ma la realtà è diversa.


Come funziona il nuovo BTP Più?

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha svelato i dettagli del titolo il 14 febbraio (giusto in tempo per San Valentino, che romantico).

  • Cedole trimestrali step-up: primi 4 anni al 2,8%, ultimi 4 anni al 3,6%

  • Possibilità  di richiamo a 100 alla scadenza del quarto anno (tra il 29 gennaio e il 16 febbraio 2029) con rimborso il 26 febbraio

La vera novità  sta nella possibilità  per lo Stato di richiamare il titolo a 100 dopo i primi quattro anni. Il che potrebbe essere un vantaggio o uno svantaggio, a seconda di dove saranno i tassi d’interesse in quel momento.


I vantaggi dei BTP (quelli veri)

Non c’è dubbio che i titoli di Stato abbiano dei lati positivi:


1. Sicurezza

Tecnicamente, esiste un rischio di default. Ma realisticamente? Con l’integrazione europea, la probabilità  di un fallimento dell’Italia è ai minimi termini.

(Nota per i più pignoli: sì, questi titoli step-up non sono inclusi nei programmi di riacquisto della BCE, ma il tema è talmente marginale che non vale nemmeno la pena discuterne).


2. Tassazione agevolata

Le cedole e le eventuali plusvalenze sono tassate al 12,5% invece del 26% degli altri strumenti finanziari. In pratica, lo Stato fa concorrenza sleale agli altri investimenti per autofinanziarsi.


3. Flusso di cassa regolare

Le cedole trimestrali forniscono un’entrata costante, utile per chi ha bisogno di integrare il reddito.


4. Benefici fiscali su ISEE

I titoli di Stato fino a 50.000 € non vengono conteggiati nel calcolo dell’ISEE. Per famiglie con figli, potrebbe significare un assegno unico più alto.

E adesso i rischi (quelli che nessuno dice mai)

Se investire in BTP fosse solo vantaggi, sarebbero la soluzione definitiva. Ma non lo sono. I due grandi rischi sottovalutati dai risparmiatori sono:


1. Il rischio di tasso

Molti pensano: “Ma io lo tengo fino a scadenza!”. Peccato che la vita sia imprevedibile.

Il rischio di tasso è semplice: quando i tassi salgono, il valore del tuo BTP scende. Se oggi un nuovo titolo viene emesso con un tasso del 4%, chi comprerebbe il tuo vecchio BTP con una cedola al 2% senza chiedere uno sconto?

Più è bassa la cedola, più il titolo è sensibile alle variazioni dei tassi. Più è lunga la durata, più il prezzo può oscillare.

Chi ha comprato i BTP Futura se ne è accorto a sue spese: oggi valgono tra il 9% e il 23% in meno rispetto al prezzo di acquisto, con punte di calo fino al 35%.

Il nuovo BTP Più ha una durata più breve e probabilmente sarà  meno volatile, ma occhio: con una variazione dei tassi dell’1%, il suo prezzo potrebbe muoversi del 5%.

E se pensi che nel 2021 nessuno immaginava un crollo simile per i BTP retail, forse è il caso di riflettere.


2. Il rischio di mercato (o rischio Paese)

Cosa succede se i mercati iniziano a vedere l’Italia come un rischio?

Gli investitori internazionali non si fanno problemi a vendere in massa se vedono instabilità  politica o problemi nei conti pubblici.

Esempio concreto: nel 2011, sotto il governo Berlusconi, il rendimento del BTP decennale passò dal 3,6% a quasi l’8% in pochi mesi. Il prezzo dei BTP crollò.

E per aggiungere la beffa al danno: se vendi un BTP in perdita, la minusvalenza viene compensata solo parzialmente a causa della tassazione agevolata.


Il problema delle cedole

Le cedole regolari sono un vantaggio per chi ha bisogno di reddito, ma sono inefficienti per chi vuole far crescere il capitale.

  • Sono sempre tassate, anche se non reinvestite

  • Sono difficili da reinvestire a condizioni vantaggiose (soprattutto con tagli piccoli)

Se non ti servono per il reddito, diventano un costo nascosto.


Quindi? Il BTP è un buon investimento?

Dipende. Ma non dalla moda del momento o dalla pubblicità  sulle prime pagine dei giornali.

Bisogna partire dai propri obiettivi e costruire un portafoglio diversificato, non riempirsi di BTP solo perchè sembrano sicuri.


Lo ripeto sempre: non si parte mai dal prodotto, si parte dal bisogno.


Un investimento sicuro non è un investimento senza rischi, ma un investimento in linea con la tua strategia.


PS: Perchè la tua banca ti propone il BTP se prima ti vendeva solo fondi costosi?

Perchè ci guadagna.

Il collocamento dei BTP retail non è gratuito per lo Stato. C’è una commissione riconosciuta alle banche collocatrici: in questo caso, 0,65% dell’importo sottoscritto.

Quindi, se hai sempre avuto il conto pieno di liquidità , questa è l’occasione perfetta per la tua banca: piazzarti un prodotto senza fatica e guadagnarci comunque.

E per lo Stato? È un vantaggio enorme: questi titoli vengono comprati principalmente da risparmiatori che non li rivendono, riducendo la volatilità  del debito pubblico.


PPS: Se non fai in tempo a comprarlo, tranquillo: ci saranno altre emissioni

Il governo ha già  previsto altre emissioni retail per quest’anno. Ma se vuoi davvero sfruttare tutte le opportunità  di mercato e costruire un portafoglio diversificato e su misura per te, possiamo parlarne.


Fissa una call gratuita e senza impegno qui:


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Marco Clementi

marco.clementi@spinvest.com

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©2024 by Marco Clementi. Iscritto in data 30/05/2022 all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari, con delibera OCF n. 1924

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