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LA SETTIMANA DEL NOBEL ANNUNCIATO

La settimana appena trascorsa è stata quella in cui sono stati designati i premi Nobel del 2023 che il 10 dicembre verranno insigniti della medaglia d’oro raffigurante Alfred Nobel che gli verrà consegnata a Stoccolma assieme al premio di 9 milioni di corone svedesi.

Quest’anno il premio nobel dedicato alla medicina aveva due vincitori annunciati in anticipo, ossia l’immunologo Drew Weissman e la biochimica Katalin Karikó, per le loro ricerche sulle terapie genetiche e le reazioni immunitarie trasmesse tramite l’RNA messaggero, tradotto in maniera POP come i genitori dei vaccini per il COVID.

Nonostante l’epilogo in gloria la storia dei due ricercatori è lontana dai riflettori e dalle onorificenze di settori, anzi la loro si potrebbe definire una storia da film costruita sulla competenza e sulla forza data dalla perseveranza.


Karikò è originaria dell’Ungheria, nata nel 1955 in una Nazione sotto il controllo dell’Unione Sovietica, a 30 anni decide di scappare da quel mondo, insieme al marito vende l’auto e col ricavato (cucito nell’ orsacchiotto della figlia per non farselo requisire) tenta l’avventura al di la della cortina di ferro, negli Stati Uniti.

Nella foto è presente la famiglia di Karikò in posa davanti all’auto che si trasformerà nell’unico capitale a disposizione della famiglia. Una curiosità, la figlia Susan è oggi una campionessa olimpica di canottaggio

L’inizio del suo sogno americano non è però patinato come da previsioni, dopo il dottorato iniziò a lavorare per l’università della Pennsylvania ma non riuscirà mai ad avere una cattedra e neppure un contratto a tempo indeterminato in ben 24 anni di lavoro e qui la storia sembra lasciare spazio a tinte più italiche piuttosto che hollywoodiane.

Un fotogramma del film sliding doors. In si racconta come un piccolo e insignificante evento (in questo caso perdere un treno della metro) possa cambiare in maniera rilevante il corso degli eventi

Ma poi arriva la svolta fortuita, un incontro fortuito alla macchina fotocopiatrice avvenuto nel 1997 con l’immunologo Drew Weissman che gli racconta della sua volontà di creare un vaccino per l’HIV, lei gli risponde argomentando i suoi studi sul RNA messaggero e sulle possibilità che avrebbero potuto aprirsi nel campo dei vaccini.

Come da ottimo copione di qualsiasi film, l’idea che sembra vincente li sottopone ad una montagna di difficoltà ed ostacoli, il primo fra tutti: i risultati più che deludenti nello studio sulle cavie.


Serviranno 8 anni di fatiche per raggiungere la stabilizzazione del processo, ossia il 2005, ma nessuno nella comunità scientifica pare capire la rivoluzione a cui potrebbe portare questa scoperta, nessuno dei due scienziati viene insignito di qual si voglia riconoscenza a tal punto che Karikò (la precaria potremmo definirla) nel 2013 decide di lasciare l’università per fare ricerca in una minuscola azienda tedesca fondata da una coppia di ricercatori turchi che nemmeno aveva un sito internet: BionTech dove proprietaria di diversi brevetti diventa vice president.


Li proseguirà gli studi applicati del mRNA, la collaborazione con Pfizer e nel 2020 il Covid porta sotto gli occhi di tutti la necessità di sviluppare un vaccino sicuro in maniera rapida ed economica si capisce che la tecnologia corretta da avere è proprio quella a RNA messaggero ed il resto è già storia e siamo già proiettati alle future applicazioni, la vaccinazione contro le malattie tumorali.


Quello che la storia ci insegna, oltre alla tenacia di questi due scienziati, è il valore della ricerca e del tempo. Oggi giorno siamo abituati alle informazioni in tempo reale e alla velocità comunicazioni in generali. Siamo tutti diventati più impazienti e questo non è sempre un bene.

Se i protagonisti della storia avessero avuto la nostra impazienza probabilmente il 2020 sarebbe stato un anno molto più funesto di quello che è stato.


Anche negli investimenti le cose sono simili, vivendo in un mondo a portata di click ci aspettiamo risultati 2 secondi dopo aver investito i nostri soldi, ma diamo uno sguardo alle aziende protagoniste dei vaccini a mRNA:

A sinistra il grafico di Moderna e a destra quello di BionTech, da sottolineare come in questo caso i risultati siano stati raggiunti in relativamente breve tempo circa cinque anni

Con la corretta mentalità l’investitore avrebbe potuto raccogliere risultati stupefacenti, ma sfido a trovarne uno che abbia avuto la lungimiranza e la pazienza di dare tempo al tempo, oppure di non affrettarsi a vendere.


Nel grafico vediamo anche il lato oscuro di una storia di successo che arriva sulla carta stampata, ossia la speculazione che ha aumentato a dismisura i prezzi nel 2021.


A questo punto, parlando della ricerca è giusto spendere due parole per il settore principe: ossia l’healthcare, che comprende aziende tradizioni legate ai settori dei farmaci o delle cure e servizi sanitari e aziende a maggior vocazione di ricerca, come quelle collegate alle biotecnologie.

Nonostante la spesa di capitale in ricerca e sviluppo e i tempi lunghi delle ricerche (come la storia dei premi nobel ci ha dimostrato) il settore dell’health care è definito difensivo a livello finanziario, questo perchè scollegato dal ciclo economico classico:

Inoltre il settore farmaceutico ci fa capire come la diversificazione possa dare un valore aggiunto in caso di settori spinti dalla ricerca, basti pensare che il 90% degli studi farmacologici non portano alla commercializzazione di un nuovo prodotto ma vengono stoppate nei vari step di approvazione dei farmaci.

Inoltre anche il settore HealthCare è stato travolto e verrà stravolto dalla rivoluzione tecnologica e della AI.

A mio avviso questo ci riporta l’importanza del tempo e della diversificazione che applicata a determinati settori, come quello di cui abbiamo parlato, ci permette di ottenere una doppia gratificazione: da una parte daremo un appoggio concreto per raggiungere risultati di cui potrà beneficiare l’intera collettività, dall’altro lato questo ci permette di ottenere degli interessanti ritorni economici.

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